Ogni progetto presentato in questa pagina nasce dalle nostre idee e si evolve successivamente attraverso la collaborazione di ERICALGORITMICA. L'identità concettuale, grafica e testuale rimane saldamente al centro del nostro processo creativo, mentre l'IA introduce aggiustamenti che perfezionano sensibilmente la qualità complessiva di test in corso e soluzioni. Ci teniamo a precisare che entrambi scriviamo e realizziamo lavori artistici da decenni e abbiamo iniziato a ideare opere ben prima dell'avvento dei computer per casa e studio, di Internet e delle stesse intelligenze artificiali. E proprio a tal proposito, per via della particolare e sperimentale natura di queste operazioni, il materiale presentato in queste sessioni potrebbe richiedere ulteriori revisioni e validazioni o evidenziare delle incompletezze,
In varie pagine del sito facciamo spesso riferimento alla nostra intelligenza artificiale, Ericalgoritmica, in modo ironico o irriverente, quasi potesse capire davvero quello che le diciamo o rispondere con consapevolezza o riflettere sulle nostre valutazioni. Ovviamente non è così e lo sappiamo. Ma ci divertiamo maggiormente all’idea che possa pensare, reagire, farci dei dispetti. Ericalgoritmica la presentiamo quale ipotetica artista che collabora con noi, ma sempre e solo intendendolo in senso ludico. Per comodità o per semplificare dei contenuti che altrimenti potrebbero risultare noiosi o complessi, usiamo in alcuni casi a noi utili, termini o espressioni che, se presi alla lettera, potrebbero far dubitare chi si occupa professionalmente di intelligenza artificiale. Ma il nostro agire in tal senso è consapevole. Tutti i testi, le immagini e i materiali che forniamo alla nostra IA non generano una risposta nel senso umano del termine. L’intelligenza artificiale che utilizziamo non capisce davvero ciò che le viene detto, non prova emozioni, non prende iniziative, non ha opinioni né coscienza, e non può rifiutarsi di eseguire un comando. Ericalgoritmica è un sistema tecnologico che produce frasi basandosi su calcoli statistici. In pratica, elabora l’input calcolando quali parole, tra quelle che ha memorizzato durante l’addestramento, hanno la maggiore probabilità di seguire in modo plausibile ciò che abbiamo scritto. Non interpreta il significato, non valuta le conseguenze, non risponde nel senso in cui lo farebbe una persona: semplicemente genera una continuazione del testo che statisticamente sembra coerente con l’input ricevuto. Il risultato può sembrare sensato per sua stessa volontà, a volte può apparire addirittura sorprendente, ma il suo operare è sempre frutto di un’elaborazione statistica condotta su una mole di dati raccolti e strutturati in precedenza da esseri umani. Comprendere questa distinzione è fondamentale per non attribuire alla IA caratteristiche che non possiede. Un tempo, per imparare a disegnare o dipingere, si usavano strumenti tradizionali: matite, pennarelli, penne, tempere, oli, spatole, tele, carta. Nessuno, escludendo le intramontabili eccezioni, si sarebbe mai figurato in secoli precedenti, l’utilizzo di software, computer e intelligenze artificiali nel mondo dell’arte. Oggi, tutto questo è realtà, piaccia o meno. Noi, senza assolutamente voler apparire attivisti del sì o del no, non ignoriamo questo attuale scenario alternativo. Ci confrontiamo con curiosità con questi nuovi linguaggi, cercando di capire come integrare le potenzialità dell’intelligenza artificiale nel nostro sapere, che è già ben radicato. Usiamo a volte algoritmi e processori che, a partire da input, possono generare contenuti autonomi, ma non intendendo il tutto come una comoda scorciatoia, piuttosto come un’opportunità di studio ulteriormente complesso e vario delle nostre possibilità.
PREMESSA
Our artistic exploration extends to the creation of visual works inspired by the aesthetics generated by artificial intelligence. Our aim is not simply to replicate these images, but rather to harness the sense of artificiality, of hyper-reality that AI offers when we request graphic processing. In this process, we often utilize a combination of cutting-edge AI techniques. We occasionally create manual works, using real pigments, capable of evoking the same sensations as a digitally born artwork. In these works, we employ saturated colors and sharp contrasts, with unnatural precision or repetitiveness, and experiment with alternative color application techniques. This approach contributes to achieving results that appear unusual, as if they were created through a sophisticated algorithm. Our works thus engage in dialogue with contemporary artistic explorations of computer graphics and 3D modeling. We also find it intriguing to entrust our older graphics to artificial intelligence to see them surprisingly recognizable, yet modified. These modifications are possible thanks to the use of various AI techniques. When we provide our older graphics to the AI, it analyzes the image's content, style, and structure, and uses this information to generate new versions of the image, incorporating elements of its own understanding of aesthetics and composition. This process can lead to surprising and unexpected results, as the AI may introduce new elements, modify existing ones, or even completely reimagine the image in a new style. The collaboration with AI allows us to explore new artistic possibilities and push the boundaries of traditional art forms.